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Vabbè: mi rassegno. Ne ho scritto dovunque potessi e ne ho parlato a Radio Studio 54 ormai non so più quante volte, ma continuo a ricevere messaggi in cui qualcuno, stupito e finanche scandalizzato, mi chiede perché io sostenga che la cosiddetta immunità di gregge non esiste.

Cominciamo con il ripetere che la Medicina è storicamente quanto mai ospitale verso le stramberie più stravaganti, e basta ripercorrerne la storia per rendersene conto. Oggi, a dispetto della spocchia grottescamente ridicola di molti, la Medicina non ha cambiato pelle e l’immunità di gregge è solo uno dei purtroppo non pochi esempi possibili al proposito. Come brillantemente indicato da quel genio dell’impostura di massa che fu Joseph Goebbels, basta ripetere un certo numero di volte qualunque cosa per farla diventare nozione accettata come vera e indiscutibile. Anzi: per farla diventare dogma articolo di fede, e il dogma misterioso di partenza del gregge è che, se non si vaccina almeno il 95% della popolazione nei riguardi di una determinata malattia infettiva, è in agguato la catastrofe sanitaria. Se, poi, a sostenere la tesi, pur senza offrire un solo dato, sono gli occupanti del salottino buono, vale a dire i commedianti travestiti da scienziati o i politici da avanspettacolo di cui pullula il palcoscenico o le zucche parlanti di TV ed Internet, il gioco è più che fatto.

Ma da dove arriva quel 95%? Cercate finché volete: non troverete traccia di un solo dato oggettivo che lo giustifichi. Mai è stata svolta un’indagine epidemiologica, fosse anche eseguita con i criteri mortificanti ed evidentemente truffaldini che troppo spesso sono correnti, che ne renda ragione né esiste una qualunque pubblicazione sul tema che si basi su fatti reali. Negli Anni Trenta un tale Hedrich pubblicò un articolo in cui, con curiosa fantasia, pose il limite al 53% (Hedrich AW . Monthly estimates of the child population “susceptible” to measles, 1900–1931, Baltimore,Maryland. Am J Hyg 1933;17:613-636) limitandosi ad un'esperienza personale, non si sa quanto affidabile, circoscritta alla città di Baltimora, ma da lì al 95, fantasia o no, ne passa. In effetti si tratta semplicemente dell’invenzione di successo dei pubblicitari delle case farmaceutiche accolta come manna dal cielo prima dai personaggi palesemente corrotti che infestano istituzioni e media e poi, ad un’incollatura, da quei medici che quanto a cultura e, soprattutto, quanto a spirito critico occupano posizioni da maglia nera. Comunque sia, quel 95% viene ripetuto come un mantra e alla stragrande maggioranza del popol bue, quello in cui mammine isteriche e ragioniere alpine sono fari di conoscenza, non passa nemmeno per la testa di porsi qualche domanda. Dati evidenti come il caso di poliomielite, peraltro restato unico e risalente ad una ventina di anni fa, verificatosi in Albania quando la copertura vaccinale era quasi totale (99%) o zone come, solo per restare vicino a casa nostra, l’Austria e la Svizzera tedesca dove ci si vaccina contro le malattie tradizionali ben sotto la soglia pretesa senza che sia in corso alcuna epidemia né ci sia un aumento riscontrabile di casi non sono presi nella minima considerazione. Di fatto, nessuno li menziona. Facendo grazia a chi mi legge di tutto quanto si potrebbe osservare, in Austria la media dei casi di morbillo è 8,75 per ogni milione di abitanti con una copertura vaccinale del 76%. La Germania, coperta per il 97%, di casi ne ha 12,22 per milione di abitanti. Curiosamente pare che il dato non interessi a nessuno.
Inoltre, ci sono i portatori sani di una malattia, cioè quei soggetti che, pur non mostrando alcun sintomo, hanno dentro di loro i germi della patologia. È quanto accade spesso per la meningite di cui più o meno una persona su tre è portatrice sana e quanto accade per chi si vaccina contro la poliomielite. Sono proprio i vaccinati a portare nell’organismo i sierotipi (e sono tre) del Poliovirus, l’agente patogeno di quest’ultima malattia. L’ultimo caso di poliomielite italiano, per esempio, accadde nel 1982 e fu a carico di un padre che maneggiò le feci del figlio vaccinato, come riconosciuto anche dal Tribunale di Milano. In questo caso, per imbarazzante che sia ammettere il fatto, sono proprio potenzialmente i vaccini a mantenere la possibilità che ci si ammali.

vaccinarsi o no stefano montanari

Un altro punto tutto da vedere è quello dell’attività reale dei vaccini.

Come qualunque farmaco, anche quelli non sono efficaci su tutti i soggetti né, quando lo sono, lo sono in maniera uguale. Dunque, pur vaccinato, c’è chi non ricava il minimo vantaggio dalla pratica. E, proseguendo sul tema dell’efficacia, è cosa nota che l’immunità eventualmente conseguita scema con il tempo. Perciò, se la copertura popolare deve essere mantenuta, è indispensabile eseguire periodicamente rilievi personalizzati riguardanti il perdurare dell’immunità e, comunque, se non si vuole cadere nella buffonata, le vaccinazioni vanno ripetute periodicamente a vita.

Ma per quali malattie ci si dovrà vaccinare? Le patologie infettive sono numerosissime e nella soverchiate maggioranza dei casi la stessa patologia si manifesta a causa di ceppi di patogeni diversi e numerosi di cui solo una frazione è in qualche modo interessata dal vaccino. Tra i tanti esempi citabili c’è quello della meningite, una malattia che ha numerose origini, pochissime vaccinabili, e che è protagonista di un a truffa talmente vistosa da risultare incredibile se non si tengono in conto ignoranza, corruzione e credulità. Detto giusto tra parentesi, è abbastanza frequente che chi si ammala di una di quelle varietà di meningite sia stato vaccinato ma il vaccino non ha funzionato (un’eventualità riportata a chiare lettere anche sul bugiardino che nessuno legge) o l’origine non aveva nulla a che fare con la forma di patologia manifestata. Particolarmente buffa è l’affermazione di qualcuno cui la spudoratezza non fa difetto secondo cui i vaccinati si ammaleranno pure, ma la malattia che contraggono è in forma molto più blanda rispetto a quella che potrebbe essere. Il perché resta avvolto nel mistero, ma che importa? L’importante è aumentare il fatturato. Insomma, fatti alla mano, se anche ci si vaccinasse a cadenze quotidiane con tutti i vaccini disponibili e se, per assurdo, tutte le vaccinazioni avessero esito fausto, resterebbero comunque escluse non poche malattie.

Perché, quando si fanno notare ovvietà, la reazione è sempre e solo la violenza? Perché chi fa domande è criminalizzato? Se espongo concetti sbagliati, correggetemi e, in questo modo, sarete più forti.

Ben sapendo che non avrò risposte, qui mi sono limitato a qualche appunto sull’immunità di gregge e non voglio entrare nell’argomento spinoso dell’inquinamento dei vaccini né in quello a proposito di come si somministrino quei farmaci in modo che non saprei se definire demenziale o criminale. Voglio solo sottolineare come siamo nelle mani di pazzi.

Fonte: stefanomontanari.net

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